Martedì 4 ottobre, a partire dalle ore 19, nella chiesa di San Francesco di Acqui, si è celebrata la conclusione del “Tempo del creato”, un periodo ecumenico, a cui partecipano tutte le chiese cristiane ortodosse, protestanti e cattolica.
Nella Diocesi di Acqui, siamo particolarmente lieti di aver accolto in pieno spirito ecumenico questa iniziativa che non è nata da una nostra proposta cattolica ma originariamente è stata ispirata dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Siamo infatti convinti che le chiese cristiane sono chiamate, tutte insieme, a dare il loro specifico contributo a quella che il papa ha chiamato col nome di “conversione ecologica”. Il nostro impegno per la alla salvaguardia della creazione è fondato infatti su una motivazione teologica: tutte le creature, come noi, sono state volute ed amate da Dio, che ogni domenica, nella Messa, noi proclamiamo solennemente come il “creatore del cielo e della terra”.
Tre momenti hanno caratterizzato questa iniziativa, che non senza motivo si è celebrata il giorno della festa di San Francesco e nella chiesa in Acqui a lui dedicata.
1- La solenne celebrazione presieduta dal vescovo di Acqui, Luigi Testore, dal pastore della chiesa evangelica metodista di San Marzano, Gregorio Plescan e dal parroci della chiesa ortodossa rumena in provincia di Alessandria, Vasile Cican, e in Canelli, padre Nikola.
2- Il momento di fraterna condivisone con una cena frugale nei locali interni della chiesa di San Francesco, dove chi voleva ha portato qualcosa da condividere (e ce n’è stato per tutti)
3- La riflessione su due temi si strettissima attualità, “Guerra e ambiente”, introdotta da Angela Dogliotti, vicepresidente del Centro studi “Sereno Regis” di Torino.
Il tema del ‘Tempo del creato” di quest’anno (giunto alla sua sedicesima edizione) è “Ascolta la voce del creato”: testimoniato dal racconto biblico contenuto nel libro dell’Esodo, in cui Mosè osserva un roveto che brucia e non si consuma (Esodo 3, 1-13).
La predicazione del pastore Gregorio Plescan
A proposito di questo tema, papa Francesco ha ricordato nel suo messaggio che “se impariamo ad ascoltarla, notiamo nella voce del creato una sorta di dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani e il Tempo del creato è un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra casa comune“.
Anzi, secondo papa Francesco, l’ascolto del creato ci farà percepire il “grido amaro che proviene anzitutto dalla sorella madre terra in balia dei nostri eccessi consumistici: essa geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione.” Poi, sono le diverse creature a gridare. Alla mercé di un «antropocentrismo dispotico», agli antipodi della centralità di Cristo nell’opera della creazione, innumerevoli specie si stanno estinguendo, cessando per sempre i loro inni di lode a Dio. Ma sono anche i più poveri tra noi a gridare. Esposti alla crisi climatica, i poveri soffrono più fortemente l’impatto di siccità, inondazioni, uragani e ondate di caldo che continuano a diventare sempre più intensi e frequenti“.
Meco B.