Chi siamo
Siamo una piccola comunità formata da 3 famiglie. Viviamo vicini, sul “Bric di Balicanti” a Canelli, per fare esperienza nel quotidiano di fraternità, cura spirituale, condivisione dei beni e ricerca dell’essenziale.
Ogni famiglia ha un alloggio distinto. Condividiamo la stanza della preghiera, gli spazi per l’ospitalità, i saloni per gli incontri, l’orto, il frutteto…; progettiamo insieme attività e lavori strutturali, abbiamo una cassa comune per le spese generali (acqua, gas, luce, ecc.).
Il nostro desiderio è che questo sia un luogo di ristoro, ospitalità, confronto e ricerca spirituale.
Le due principali icone bibliche
la nostra esperienza trae ispirazione da alcune icone bibliche, quelle che più ci hanno segnato sono la visita dei tre angeli alle querce di Mamre (l’icona della Trinità di Rublev) e la casa di Betania nel Nuovo Testamento (la casa di Marta, Maria e Lazzaro) con tutti gli episodi evangelici che la riguardano (le icone della Rianimazione di Lazzaro, di Marta e Maria, l’unzione di Gesù a Betania). Poi ci sono le parabole delle vergini con la lampada accesa (il vigilare), la vita dei primi cristiani narrata negli Atti… insomma diverse sono le fonti di ispirazioni che la Bibbia ci ha fornito e che ancora oggi sostiene il cammino.
La nostra storia
Il progetto nasce nel 2000, dopo anni di incontri a 4 (le prime due coppie che hanno iniziato a ragionare e discernere su questo progetto) definendo una carta d’intenti e le gambe che reggono l’esperienza;
dopo aver acquistato una casa adatta in quanto consentiva di poter avere spazi di ospitalità, spazi per eventualmente altre due famiglie;
dopo aver ristrutturato i primi due alloggi, ci siamo trasferiti a novembre 2007 sul Bric di Balicanti, in Regione Castagnole, 175 a Canelli ).
Fin dall’inizio amici gesuiti (in particolare Franco Annicchiarico e Massimo Tozzo) e quelli dell’Azione Cattolica Diocesana hanno visto in questo spazio “domestico” la possibilità di ruminare la Parola, fare riflessioni e condividere in modo fraterno il cammino. Anche il Vescovo ha seguito il nostro cammino con interesse e vicinanza.
Da anni organizziamo giornate di approfondimenti spirituali con un’attenzione particolare alle famiglie e ai genitori, una volta al mese facciamo una preghiera serale aperta agli amici, dove i bambini iniziano con gli adulti per poi andare in un’altra stanza a giocare con una delle coppie residenti in comunità.
Sono benvenuti tutti coloro che vorranno regalarci una visita: nello spirito delle querce di Mamre ogni incontro con l’Altro e la sua diversità è portatore di Vita nuova.
Un pensiero nel tempo del COVID
Nel delicato tempo di sospensione che siamo chiamati a vivere, ci siamo accorti sempre più di quanto sia importante per ciascuno abitare relazioni significative e sperimentare situazioni dove esercitare la necessità di comunicare e condividere i vissuti (nel nostro caso basta affacciarsi sul cortile per poter dialogare con gli amici, anche a distanza).
Molte persone in questo periodo ci hanno comunicato il loro sguardo sulla nostra esperienza, chiamandoci “fortunati”, “beati” perché facciamo comunità, per aver puntato su relazioni e spazi in comune che ci permettono anche nelle situazioni di crisi di moltiplicare possibilità, condividere gioie e tristezze, risparmiare, ottimizzare costi e risorse.
Parecchie persone esprimono con noi i loro desideri profondi rispetto alla ricerca di forme di vita più vivibile, più umana, dove poter respirare la speranza del camminare accanto a volti amici, dove sentire la gioia della ricerca del bene comune e non solo la soddisfazione del bisogno individuale, dove sperimentare che i beni messi in comune possono essere sufficienti per tutti.
Oggi vorremmo poter mettere a disposizione la nostra piccola esperienza, essere una briciola che nutre queste dimensioni profonde dell’essere umano, ospitare ma non solo, aprire spazi di “ecologia integrale” dove accogliere e condividere vivendo uno stile di vita fraterno, dove rigenerarsi, dove poter credere insieme a qualcosa di diverso dall’economia del consumo (che crea la cultura dell’usa e getta di cose e persone) sperimentando il ben-essere del con-vivere (che a sua volta può generare la cultura della relazione e dell’inclusione), prendendo sul serio le emergenze del nostro tempo, dall’emergenza climatica a quelle umanitarie.
Approfondimenti e sito ufficiale dell’esperienza pastorale “Famiglie missionarie a km0”