In seguito alla lettura degli atti di vandalismo in Corso Roma riportati da La Stampa di domenica 17 febbraio 
Considerazioni ad alta voce dei presidenti di Azione Cattolica della Diocesi di Alessandria e Acqui

Il cartellone si fa insieme

Solidarietà alle vittime degli atti di vandalismo

Se ci mettiamo nei panni di chi vede distrutto il proprio lavoro così, per violenza gratuita, non può che nascere un sentimento di profonda rabbia. Per questo vogliamo esprimere sincera solidarietà a chi è vittima diretta di queste azioni. Se ci immedesimiamo nel senso di impotenza, se ci facciamo partecipi della frustrazione non possiamo che provare a fare quadrato per non lasciarli soli a sé stessi.

Non è solo un problema di sicurezza

Però non ci sembra sia solo un problema di sicurezza: nell’immediato più vigili possono tamponare la situazione, ma il problema è educativo, è di come pensiamo alla convivenza tra le persone. Se pensiamo di cambiare le cose utilizzando gli stessi strumenti che generano i problemi crediamo non si vada molto lontano. È come il genitore che dice al figlio “Non devi essere violento” e per farglielo capire gli tira due ceffoni.

La “legge del più forte” trasforma le relazioni in campi di battaglia

Crediamo si debba educare a entrare nei panni degli altri anche se contrasta con la mentalità diffusa che lo ritiene un atteggiamento da deboli.

Oggi si enfatizza la legge del più forte, si ragiona in termini di “vincere o perdere”, sgomitare sul posto di lavoro, estrema competizione tra gli Stati, le aziende, in politica, a scuola, nello sport, tra vicini… e così tutti sono nemici, per difenderci mettiamo i buttafuori perché non vogliamo essere invasi, cerchiamo di impedire la libera circolazione dei ragazzi come degli adulti, rischiando di rimanere imprigionati nelle nostre stesse aree delimitate.

Il risultato però è sempre una prova di forza tra chi si difende e chi vuole entrare; prolificano i bulli, i vandali, gli oppressori: se continuiamo a coltivare la cultura che “il più forte comanda a suon di ronde, decreti e bastonate” prima o poi un gruppo più organizzato e armato di noi entrerà laddove noi pensavamo fosse casa nostra, e il nostro negozio non sarà più un luogo di relazioni ma diventerà un campo di battaglia.

Scegliere spazi educativi di condivisione e responsabilità

Se i luoghi “educativi” dove gli adulti fanno crescere i giovani grondano di adrenalina competitiva dove ci si allena a trovare strategie di vittoria piuttosto che a camminare insieme, diventa purtroppo normale che gruppi di ragazzini ingenui si sentano forti e lancino sfide con la strafottenza di chi vuole sottomettere e provare l’ebbrezza del potere.

Per quanto a fronte di certe logiche possano essere considerati poco interessanti, siamo convinti che gli oratori, i gruppi di crescita umana e spirituale, le realtà di volontariato non solo ecclesiali, siano ancora un antidoto a episodi come quelli di corso Roma. Possono infatti offrire luoghi di formazione e confronto in cui, attraverso esperienze e testimonianze forti, educare al dialogo e all’integrazione, suscitare domande profonde e far maturare la consapevolezza delle proprie responsabilità. L’esperienza associativa che viviamo, pur con innegabili limiti e fatiche, ci sta dimostrando che non mancano ragazzi e giovani con un grande spirito di partecipazione, desiderosi di impegnarsi attivamente, di migliorare la realtà e coltivare progetti per il futuro, talvolta riscattandosi da scelte sbagliate o emergendo da contesti avvilenti.

Accogliere le fragilità per non “scoppiare” 

Auspichiamo che, mettendo in rete sul territorio diverse agenzie educative, si aprano nuove prospettive capaci di accogliere e trasformare anche tante fragilità dei nostri ragazzi. Perché davanti a sconfitte, porte chiuse, fallimenti dolorosi non si debba temere la loro reazione interiore e riescano ad essere più forti della rabbia che potrebbe mangiarli da dentro.

Elisabetta Taverna (presidente diocesana dell’Azione Cattolica di Alessandria) e Flavio Gotta (presidente diocesano dell’Azione Cattolica di Acqui)

Qui la pagina uscita su La Stampa il 21/02/2019 a seguito di questo comunicato