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Incontrarsi è diverso

Domenica 14 febbraio ad Ovada l’AC propone una riflessione sull’opera di misericordia “Alloggiare i pellegrini”

Misericordia, termine desueto che è tornato familiare. A partire da Paolo VI questo tema si è andato accentuando con forza nella vita della chiesa. Papa Francesco ha ripreso questa tradizione relativamente recente, sebbene sempre esistita. Come lui stesso ha dichiarato, il Signore desidera mostrare agli uomini la sua misericordia perché «oggi il mondo ha bisogno di misericordia».

Ma va detto con chiarezza: «La misericordia scandalizza! Sembrerebbe impossibile, ma non possiamo dimenticare che Gesù non è stato condannato e messo a morte perché si era macchiato di qualche crimine secondo il diritto romano, né perché aveva smentito la parola di Dio contenuta nelle legge e nei profeti, bensì per il suo comportamento troppo misericordioso che rompeva le barriere erette dai giusti incalliti» (Enzo Bianchi).

Il mistero della misericordia, come ci ricorda papa Francesco, non è separato da quello delle opere di misericordia corporale e spirituale. Sulla base del discorso di Gesù sul giudizio finale (in Mt 25,3146), la tradizione ha sviluppato le sette opere di misericordia. Sette è il numero della trasformazione. Così come sono sette i sacramenti e sette i doni dello Spirito santo, sono sette anche le opere di misericordia, che penetrano il mondo con lo spirito di Gesù e lo cambiano. Ma possiamo anche parlare di quattordici opere di misericordia. Quattordici è sempre il numero dell’aiutare e del sanare. Le quattordici opere di misericordia ci indicano un parallelo con le quattordici stazioni della Via crucis e ci sono offerte come terapia per curare le ferite del nostro mondo.

Per fare in modo che il Giubileo non si risolva in semplici riti formali, l’Azione Cattolica diocesana propone un momento di riflessione sulla quarta opera di misericordia, opera attualissima e altamente scandalosa. Quotidianamente le cronache ci parlano di migranti che fuggendo dai propri paesi cercano disperatamente di raggiungere l’Europa. Non tutti ci riescono, molti, invece della salvezza, in quel viaggio, trovano la morte. Solo nel 2015 sono deceduti 3771 persone, di cui più di settecento sono stati i bambini strappati dalle braccia delle madri da onde poco benevole. Il cardinale Montenegro, vescovo di Agrigento, l’ha definita la “strage dei bambinelli”, che non ha tregua neanche a Natale, ben più violenta e crudele della “strage degli innocenti” voluta da re Erode.

Come adulti ci sentiamo chiamati a riflettere su tutto questo, lo faremo, partendo dall’ascolto di un testimone di questo esodo epocale, domenica 14 febbraio dalle 14,30 alle 16,30 presso la biblioteca delle Madri Pie ad Ovada. E come sempre la misericordia che avremo usato verso il più piccolo dei nostri fratelli si trasformerà in un dono per noi.

Laura Trinchero –responsabile diocesana degli adulti di AC