“Educare alla vita buona del vangelo” è lo slogan del programma della chiesa italiana per questo decennio, la risposta a quella che viene chiamata “emergenza educativa”.

Su un tema così l’AC “gioca in casa”, perché fa parte del suo DNA. Anche se in AC si usa il termine “Formazione”, che dà anche il senso di qualcosa di più consistente e più… specifico. Il richiamo di questo programma-CEI deve servire anche a noi: per scuoterci dall’abitudine, dal dare la cosa per scontata, per ricordarci che l’emergenza esiste.
Ma senza commettere l’errore di “partire dalla fine” (dalle cose da fare per gli altri).

Partire dall’inizio vuol dire anche porci alcune (pur scontate) domande:

  • Educare gli altri (i ragazzi, i più giovani, la gente…) o educarci?
  • Educarsi = ascoltare qualche lezione, leggere qualche libro (pur cosa utilissima), o dimensione normale della vita?
  • Educare – educarsi = qualche occasione sporadica, qualche evento eccezionale, o impegno quotidiano?
  • Educare: un impegno in più (oltre la normalità) o modo di vivere la quotidianità?

Ci vogliono strumenti, occasioni, aiuti…
Certo! L’Ac è soprattutto questo.
Questo numero di Meglio Insieme ne è pieno, e credo che proprio in questa luce va guardato, da cima a fondo (esercizi, ritiri, week-end, campi scuola, pellegrinaggi, argomenti di attualità, proposte di impegno …). Sarebbe triste se uno lo leggesse già con il presupposto che “non è per lui”, che è solo per dirci:  “ma come siamo bravi, quante belle cose facciamo” (o “fanno”)!

L’alternativa sarebbe (e purtroppo spesso è):

  • Il cristiano adulto-bambino, la cui formazione si è fermata al catechismo della cresima (quand’anche…)
  • Il cristiano educato dal “sentito dire”: dalla strada, dalla TV, dai politici del momento … basta guardare come vengono trattati (anche tra noi!) temi come la politica, l’immigrazione, la moralità pubblica e privata (mamma mia, quante balle! …). Il cristiano cioè per il quale la parola Discernimento è … arabo
  • Il cristiano che pensa che “non tocca a lui”, che è sempre colpa degli altri, che sono brutti, cattivi, ignoranti …
  • Il cristiano del vecchio slogan: “piove, governo ladro”
  • Il cristiano del 6-, (come la squadra di calcio che ha appena evitato la retrocessione). Ha deciso lui qual è il posto giusto del cristiano, ed è appagato perché occupa proprio quel posto lì
  • Il cristiano … ma che ce ne facciamo di un cristiano così?!?

L’emergenza educativa viene chiamata anche sfida educativa. Non facciamo i furbetti: gli sfidati siamo noi, ciascuno di noi!

Giovanni don Pavin